COME UN DIAMANTE IN MEZZO AL CUORE…
Splendida
è la vita con le sue milioni di pieghe, un libro scritto con la sabbia sul
bagnasciuga in un giorno di mareggiata. Profumi, nausee e incredibili montagne
russe compiute nel tentativo di essere differenti risultano alla fin fine
incredibilmente identiche l’una all’altra.
Si
dischiudono gli occhi e si respira profondamente ogni volta che suona la
sveglia del gabbiano delle cinque in punto. Mentre fisso un punto a caso della
stanza da letto e cerco di capire il titolo di un assurdo film d’avanguardia
tedesco visto almeno quindici anni prima, mi ritrovo già ai posti di comando.
Finito il film.
Quando
ricorre un anniversario importante sono a dir poco elettrico, ogni oggetto
metallico in grado di condurre elettricità lo farà, e la condurrà attraverso
ogni mio poro. È una sorta di qualità, se vogliamo, un po’ come per i
Fantastici Quattro, solo meno mirabolante. Un caro amico d’infanzia sostiene
addirittura che una volta, mentre ci trovavamo intenti a giocare col computer a
casa sua, mi levai con forza il mio maglione di lana e dal dorso della mia arsa
mano infreddolita fuoriuscì un potente fulmine lungo alcuni centimetri.
Ah già,
si parlava di una ricorrenza importante! Due anni di libertà incondizionata. È
stato un percorso davvero pieno di ostacoli e molto articolato, ma dopo oltre 7
lustri passati in cambusa a cercare gli ingredienti per la ricetta del divenire
un vero uomo, mi sono accorto che tutti i parametri con i quali avevo condotto
la mia vita e la mia ricerca non erano particolarmente alti, e men che meno
infallibili. La sensazione di sentirsi liberi dai giudizi altrui e dal senso di
inadeguatezza che essi ci creano talvolta meritava proprio un segno sul
calendario. Due anni passati fregandomene altamente di quello che chiunque
potesse pensare di questo orfano esiliato.
Quando
alcune tue certezze si sgretolano come cacca secca di mucca pestata in quegli
aridi campi estivi in piena campagna toscana o, perché no, umbra, ci si sente
deboli e insicuri.
Le persone
con le quali fino a ieri probabilmente litigavi e che erano al centro dei tuoi
deliri di onnipotenza distruttiva, non esistono più perché si sono
perfettamente amalgamate alle altre creature: mondo.
Vi siete
mai trovati a disagio? Siete mai stati messi in profondo imbarazzo da un indice
puntato? Qualcuno ha mai sostenuto cose terribilmente odiose e fottutamente
vere sul vostro conto? Non basta, cari ragazzi.
Cresci
pensando che i veri uomini siano (im)probabili
avventurieri con la gamba di legno strappata magari da un pescecane distratto
nel famigerato Mar dei Sargassi, e poi ti svegli un giorno alla soglia dei
quarant’anni con la certezza che la vera impresa eccezionale, come sosteneva lo
splendido Lucio Dalla, è “essere normale”.
Vivi
situazioni apparentemente insostenibili per alcuni mesi, e a distanza di alcuni
giorni dal vissuto nemmeno ti ricordi quale cosa avesse potuto scatenare il tuo
malessere. Un rigurgito di debolezza, tutto qui.
È bello
sentirsi fintamente slegati dal mondo potendovi accedere in qualsiasi momento
con un semplice click e potersi poi vantare dell’essere un cane sciolto. La
banalità ha un gusto del tutto diverso in bocca quando la camuffi con una
presunta brillantezza.
Notti
insonni, incredibili fibrillazioni sonore mi hanno sempre permesso di poter
coltivare le mie passioni mantenendo una parvenza di vita sociale e lavorativa
normale; sono fottutamente felice di essere qui nel mio faro a scrivere a Mr.
Nessuno in qualsiasi parte del mondo: vorrei conoscere il mandarino per poterlo
dire ad oltre un miliardo di persone, ma mi accontento di un paio di amici che ogni tanto
si ricordano del May con un comodo pollice alzato.
Sono
certo che il mio cuore stia covando qualcosa ma non conosco il suo linguaggio,
sebbene ne percepisca i sussulti che sono quasi sempre un preludio al
cambiamento, allo slancio verso piccoli giganteschi traguardi.
La fede
ha conquistato a piccoli passi tutto me stesso, e sarebbe superfluo intavolare un discorso filosofico a riguardo:
sono giunto a una interpretazione intesa come miglioramento. Credere in
qualcosa ci spinge comunque a piccole tappe intermedie in quel viaggio chiamato
vita che è un dono incredibile, tanto da commuovermi. Ho visto un amico
piangere un giorno durante un temporale che ci aveva sorpreso in una tiepida
estate di alcuni anni fa in occasione di una rimpatriata tra chef di cucina.
Lì per lì
pensai alla famosa strofa de Il bombarolo di De André, ma guardandomi
negli occhi il mio amico (Vale) mi disse che era felice che esistesse la
pioggia e che l’acqua fosse una specie di reset della natura: una semplice
manifestazione di quanto Dio (o chi per lui) fosse stato così grandioso da ricordarci
la sua magnificenza con un semplice tocco d’artista. L’odore della natura dopo
pochi minuti ci avvolse in un abbraccio che ci zittì e rimanemmo di pietra ad
ammirare il mare nostro in abito grigio con la pace nel cuore.
L’elettricità
svanisce con il grigio, si torna ad essere un comune individuo e si chiudono
gli occhi.
Vita…
Bella anche questa lettera :-)
RispondiEliminaVorrei aggiungere qualcosina in più ma si legge bene e si commenta da sola
Ciao
p.s ma da quelle parti nevica ogni tanto?Sarebbe il massimo mare,faro,neve...cioccolata calda :-)
Carolina è come il caffè che ti portano alla fine di un servizio in cucina molto faticoso: inaspettato e molto piacevole ;)
RispondiEliminaSiamo alla seconda nevischiata Carolina ed è strano per queste parti ma credo che la neve farà capolino presto, in notturna per sorprendere tutti e ribadire la sua invincibile magnificenza.
Un affettuoso saluto da Bell Rock dove per scaldarmi uso uno splendido Ile of Jura 21 anni davanti alla mia stufetta elettrica che si finge caminetto.