ANDREWMAY73 LETTERA
NUMERO QUATTR–O
Neanche il tempo di realizzare che non avrei
mai posseduto anche solo per qualche istante un simile tesoro filatelico, che
il mio volto di incompetente collezionista si fece pallido.
A pochissimi centimetri da me, forse cinquanta
e comunque non più di un metro una vera reliquia postale per noi italici
collezionisti. La presi in mano con l’amore che è giusto dedicare a un bimbo, o
a un fiore raro. C’era un certificato filatelico e un’elegante taschina in
plastica con un piccolo francobollo giallo ocra. Il documento legalmente
riconosciuto emesso da un perito sentenziava:
«L’Esemplare qui riprodotto
fotograficamente ha centratura perfetta e gomma originale, ed incredibilmente
integra per un esemplare analogo. Appartiene alla serie del Governo Provvisorio
del Gran Ducato di Toscana del primo gennaio 1860, valore facciale 3 Lire,
colore ocra giallo. Al momento dell’esame si presenta in stato di conservazione
eccezionale ed è stato firmato al verso. Londra Dicembre 21, anno 1913».
Lo raccolsi e, complice la mia demoniaca
invidia, lo danneggiai come più potei, spiegazzandolo tutto. L’anziano non ebbe
nemmeno il tempo di gridare, anche se il suo volto di pietra e il suo sguardo
terrorizzato non mi avrebbero dato tregua facilmente.
Neanche il tempo di portare a termine un gesto
così bieco e deplorevole che uno squassante boato fece tremare tutto. Un’esplosione
mostruosa e poco dopo un’altra, e un’altra ancora. Fui colto da terrore, e fu
così che il mio inconscio ordinò ai miei occhi di aprirsi. Stavo fissando il
tetto della mia cameretta e sentii nuovamente un boato tremendo, tanto da far
tremare persino il letto.
Adesso sono cosciente! Mi alzo di scatto, come
un vero e proprio tarantolato, e sudato all’inverosimile cerco di capire cosa
sta succedendo al mondo. Realizzo subito. Avevo visto mareggiate grandi in vita
mia, ma adesso mi ci trovavo letteralmente in mezzo. Onde di sette, otto e
forse anche dieci metri si frantumavano nel terrapieno del faro e nel faro
stesso, dando vita a una sinfonia di distruzione. Un’apocalisse di suoni
metallici. Non mi vergogno a scrivere che me la sto facendo sotto e guardando
quelle cuffie antirumore appese al quadro comandi, adesso finalmente ci trovo
un senso.
Faccio un sopralluogo in tutta la struttura,
ma è davvero tutto incredibilmente integro (1), non fosse per il rumore davvero
inquietante.Chiamo la capitaneria per dire che qui è tutto apposto, e mi risponde assonnato il mio omonimo che mi fa una battuta in quello che presumo sia scozzese.(2)
Pur non
capendo nulla lo mando letteralmente a fare in culo e poi mi ridò un tono,
tanto oramai la nottata è compromessa, ed io non posso che aspettare un’alba
incredibile se la tempesta si placa prima. Indosso le cuffie antirumore e metto
su la mia bialettina con il caffè giusto. Scopro che le cuffie cambiano la
percezione del mondo, dell’ambiente e del caffè. Bene, pirla. Adesso siediti e
scrivi. Sfogati. Certo sì, ma cosa? Ah, certo. C’è quello strano sogno del
quale ricordo davvero poco, ma sono sicuro di sentirmi inadeguato nel
rievocarlo, perché sono tuttora a disagio mentre tento di entrare
disperatamente nella mia cosiddetta comfort zone. Inizio a masticare la
mia Bic nera stuzzicandomi le labbra e ticchettando il mio naso, che mi segnala
l’uscita del caffè tipo Allegro Chirurgo.
Adesso visualizzo qualcosa, inebriato dalla
caffeina. Sì lo visualizzo, era un Tre Lire di Toscana. Una delle più
grandi rarità filateliche della storia d’Italia. Ma al di là del suo livello di
rarità assoluta (ne esistono 325 in totale dei quali solo due su lettera,
quattro su frammento, cinquantaquattro nuovi dei quali solo uno catalogato
“Champion” che si aggiudicò addirittura la copertina della rivista Life
nel 1954), e al di là della sua quotazione di catalogo a sei cifre in euro,
resta un francobollo speciale, e nessuno, soprattutto tra i non addetti ai
lavori, s’immagina quanto e perché.Correva l’anno del signore 1860, primo gennaio. Da lì a due mesi Cavour avrebbe chiesto al Gran Ducato di Toscana di annettersi al regno di Vittorio Emanuele II, ma senza una spiegazione storica, qualcuno decise d’inserire proprio sull’alto valore della serie di francobolli toscani l’indicazione IT di Italia accanto al valore facciale: se vogliamo, come esplicito invito a promuovere l’iniziativa piemontese. L’Italia non esisteva ancora nel 1860 eppure aveva già un suo baluardo!
Questi francobolli vennero usati per tre anni sino al 1863 e non esiste informazione sicura di quanti ne siano stati emessi, ma è sicuro che tutti gli esemplari non utilizzati a quel tempo furono distrutti. Divenne subito una rarità filatelica sino dagli albori di questa nobile forma di collezionismo (intorno al finire della decade del 1860). Il famoso falsario francese Jean de Sperati decise di iniziare la sua carriera criminale proprio dopo aver preso una solenne cantonata acquistando un presunto Tre Lire per centomila franchi a Parigi nel 1920! Nessuno s’immaginerebbe che questo piccolo francobollo abbia persino spinto il regista Andrea Pellizzer a farne un film, Tre Lire primo giorno, fantasticando su un’inverosimile busta viaggiata il primo giorno di emissione di questo francobollo. Questa però è un’altra storia (3).
Lo scorso anno abbiamo festeggiato il centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia, ma se vogliamo, la filatelia italiana ha anticipato tutto di un anno con il Tre Lire di Toscana, attraverso l’uso del nome, della moneta e di simboli comuni.
Eravamo
un branco di nazioncine fantoccio nel 1860. Ed oggi, mentre alcuni politici
nostrani dicono di volercisi pulire il culo con la nostra bandiera, siamo una
nazione stracolma di difetti e criticità ma con un’identità eterogenea ma
comune. Sono un insopportabile idealista, lo so, ma ci convivo.
Leggere
lo scritto da un auto-esiliato che ha rinnegato parzialmente l’essenza del
proprio Paese posso capire non abbia grande credibilità, ma questo è ciò che
penso qui nel mio faro alle 5 del mattino mentre il mare si zittisce ed il
cielo è un preludio alla più bella alba della storia.NOTA 2: Il gaelico scozzese (Gàidhlig) è una lingua appartenente al gruppo Goidelico delle Lingue celtiche. Questo comprende anche l'irlandese e il mannese. Il gaelico scozzese ha avuto una crisi nel '700 e nel '800 quando gli inglesi vietarono di parlarlo. In questa fase avvenne una vera e propria pulizia etnica, caratterizzata dall'esproprio delle terre ai clan. l'abolizione degli stessi clan, il divieto di parlare gaelico in pubblico. Nessuna tradizione poteva essere seguita (compreso il suonare la cornamusa). Nel 2001 questo idioma venne ufficialmente riconosciuto e tutelato ed è conosciuto da una piccola percentuale degli scozzesi del Nord Ovest.
NOTA 3: Sul sito www.trelire.com troverete tutte le informazioni sul film del 2009 “Tre Lire primo giorno” di Andrea Pellizer interpretato da Fabrizio Veronese, Carlo Rivolta da Vanzaghello e Matilde Rivolta. Una commedia low cost simpatica, brillante e soprattutto diversa.