31 ottobre 2012

Lettera numero quattr-o: tempeste, risvegli ed incubi filatelici


ANDREWMAY73 LETTERA

NUMERO QUATTR–O

 La vista di quello studio antico levava il fiato. Non so dove mi trovassi esattamente, ma quello che avevo di fronte era uno spettacolo. Librerie antiche in rovere con vetrata, alte due metri e venti circa. Dentro a ciascuno di quegli enormi mobili, decine di raccoglitori con francobolli e storia postale classica da tutto il mondo. Sul grande tavolo di fronte a me, decine di pagine con esemplari incredibili si mostravano ai miei occhi; non riuscivo nemmeno a fare un commento. Fermo con la bocca secca, semi-aperta: inebetito. Nella mia mano si materializza incredibilmente una lettera del 1901 affrancata con uno dei tre esemplari conosciuti su lettera della serie «Esposizione pro-americana di Buffalo» da un centesimo verde con disegno capovolto.
Il timbro postale è di un minuscolo paese dell’Alabama, Bessemer, dove questo incredibile errore di emissione fu scoperto oltre cento anni fa. La prima cosa che mi è passata per la testa era il numero di stipendi che avrei dovuto ricevere per comprarmi una simile rarità. Lo sguardo severo dell’anziano signore che mi guardava con sdegno al di la del tavolo si ruppe lasciando spazio a un lapidario commento: «Novantamila euro spesi bene».

 Neanche il tempo di realizzare che non avrei mai posseduto anche solo per qualche istante un simile tesoro filatelico, che il mio volto di incompetente collezionista si fece pallido.
A pochissimi centimetri da me, forse cinquanta e comunque non più di un metro una vera reliquia postale per noi italici collezionisti. La presi in mano con l’amore che è giusto dedicare a un bimbo, o a un fiore raro. C’era un certificato filatelico e un’elegante taschina in plastica con un piccolo francobollo giallo ocra.         Il documento legalmente riconosciuto emesso da un perito sentenziava:
«L’Esemplare qui riprodotto fotograficamente ha centratura perfetta e gomma originale, ed incredibilmente integra per un esemplare analogo. Appartiene alla serie del Governo Provvisorio del Gran Ducato di Toscana del primo gennaio 1860, valore facciale 3 Lire, colore ocra giallo. Al momento dell’esame si presenta in stato di conservazione eccezionale ed è stato firmato al verso. Londra Dicembre 21, anno 1913».
 
Lo raccolsi e, complice la mia demoniaca invidia, lo danneggiai come più potei, spiegazzandolo tutto. L’anziano non ebbe nemmeno il tempo di gridare, anche se il suo volto di pietra e il suo sguardo terrorizzato non mi avrebbero dato tregua facilmente.
Neanche il tempo di portare a termine un gesto così bieco e deplorevole che uno squassante boato fece tremare tutto. Un’esplosione mostruosa e poco dopo un’altra, e un’altra ancora. Fui colto da terrore, e fu così che il mio inconscio ordinò ai miei occhi di aprirsi. Stavo fissando il tetto della mia cameretta e sentii nuovamente un boato tremendo, tanto da far tremare persino il letto.

 Adesso sono cosciente! Mi alzo di scatto, come un vero e proprio tarantolato, e sudato all’inverosimile cerco di capire cosa sta succedendo al mondo. Realizzo subito. Avevo visto mareggiate grandi in vita mia, ma adesso mi ci trovavo letteralmente in mezzo. Onde di sette, otto e forse anche dieci metri si frantumavano nel terrapieno del faro e nel faro stesso, dando vita a una sinfonia di distruzione. Un’apocalisse di suoni metallici. Non mi vergogno a scrivere che me la sto facendo sotto e guardando quelle cuffie antirumore appese al quadro comandi, adesso finalmente ci trovo un senso.
Faccio un sopralluogo in tutta la struttura, ma è davvero tutto incredibilmente integro (1), non fosse per il rumore davvero inquietante.
Chiamo la capitaneria per dire che qui è tutto apposto, e mi risponde assonnato il mio omonimo che mi fa una battuta in quello che presumo sia scozzese.(2)

Pur non capendo nulla lo mando letteralmente a fare in culo e poi mi ridò un tono, tanto oramai la nottata è compromessa, ed io non posso che aspettare un’alba incredibile se la tempesta si placa prima. Indosso le cuffie antirumore e metto su la mia bialettina con il caffè giusto. Scopro che le cuffie cambiano la percezione del mondo, dell’ambiente e del caffè. Bene, pirla. Adesso siediti e scrivi. Sfogati. Certo sì, ma cosa? Ah, certo. C’è quello strano sogno del quale ricordo davvero poco, ma sono sicuro di sentirmi inadeguato nel rievocarlo, perché sono tuttora a disagio mentre tento di entrare disperatamente nella mia cosiddetta comfort zone. Inizio a masticare la mia Bic nera stuzzicandomi le labbra e ticchettando il mio naso, che mi segnala l’uscita del caffè tipo Allegro Chirurgo.
Adesso visualizzo qualcosa, inebriato dalla caffeina. Sì lo visualizzo, era un Tre Lire di Toscana. Una delle più grandi rarità filateliche della storia d’Italia. Ma al di là del suo livello di rarità assoluta (ne esistono 325 in totale dei quali solo due su lettera, quattro su frammento, cinquantaquattro nuovi dei quali solo uno catalogato “Champion” che si aggiudicò addirittura la copertina della rivista Life nel 1954), e al di là della sua quotazione di catalogo a sei cifre in euro, resta un francobollo speciale, e nessuno, soprattutto tra i non addetti ai lavori, s’immagina quanto e perché.
Correva l’anno del signore 1860, primo gennaio. Da lì a due mesi Cavour avrebbe chiesto al Gran Ducato di Toscana di annettersi al regno di Vittorio Emanuele II, ma senza una spiegazione storica, qualcuno decise d’inserire proprio sull’alto valore della serie di francobolli toscani l’indicazione IT di Italia accanto al valore facciale: se vogliamo, come esplicito invito a promuovere l’iniziativa piemontese. L’Italia non esisteva ancora nel 1860 eppure aveva già un suo baluardo!

Questi francobolli vennero usati per tre anni sino al 1863 e non esiste informazione sicura di quanti ne siano stati emessi, ma è sicuro che tutti gli esemplari non utilizzati a quel tempo furono distrutti. Divenne subito una rarità filatelica sino dagli albori di questa nobile forma di collezionismo (intorno al finire della decade del 1860). Il famoso falsario francese Jean de Sperati decise di iniziare la sua carriera criminale proprio dopo aver preso una solenne cantonata acquistando un presunto Tre Lire per centomila franchi a Parigi nel 1920! Nessuno s’immaginerebbe che questo piccolo francobollo abbia persino spinto il regista Andrea Pellizzer a farne un film, Tre Lire primo giorno, fantasticando su un’inverosimile busta viaggiata il primo giorno di emissione di questo francobollo. Questa però è un’altra storia (3).

Lo scorso anno abbiamo festeggiato il centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia, ma se vogliamo, la filatelia italiana ha anticipato tutto di un anno con il Tre Lire di Toscana, attraverso l’uso del nome, della moneta e di simboli comuni.

Eravamo un branco di nazioncine fantoccio nel 1860. Ed oggi, mentre alcuni politici nostrani dicono di volercisi pulire il culo con la nostra bandiera, siamo una nazione stracolma di difetti e criticità ma con un’identità eterogenea ma comune. Sono un insopportabile idealista, lo so, ma ci convivo.
Leggere lo scritto da un auto-esiliato che ha rinnegato parzialmente l’essenza del proprio Paese posso capire non abbia grande credibilità, ma questo è ciò che penso qui nel mio faro alle 5 del mattino mentre il mare si zittisce ed il cielo è un preludio alla più bella alba della storia.

 NOTA 1 : nota incredibile della storia bi-centenaria del faro Bell Rock (1811) è che ha sempre funzionato resistendo alla furia delle onde, senza mai avere bisogno di riparazioni, salvo quelle rese necessarie da un elicottero che vi si schiantò nel 1955. Evidentemente la passione del costruttore Robert Stevenson per questo progetto diede buoni frutti.

NOTA 2: Il gaelico scozzese (Gàidhlig) è una lingua appartenente al gruppo Goidelico delle Lingue celtiche. Questo comprende anche l'irlandese e il mannese. Il gaelico scozzese ha avuto una crisi nel '700 e nel '800 quando gli inglesi vietarono di parlarlo. In questa fase avvenne una vera e propria pulizia etnica, caratterizzata dall'esproprio delle terre ai clan. l'abolizione degli stessi clan, il divieto di parlare gaelico in pubblico. Nessuna tradizione poteva essere seguita (compreso il suonare la cornamusa). Nel 2001 questo idioma venne ufficialmente riconosciuto e tutelato ed è conosciuto da una piccola percentuale degli scozzesi del Nord Ovest.
NOTA 3: Sul sito www.trelire.com troverete tutte le informazioni sul film del 2009 “Tre Lire primo giorno” di Andrea Pellizer interpretato da Fabrizio Veronese, Carlo Rivolta da Vanzaghello e Matilde Rivolta. Una commedia low cost simpatica, brillante e soprattutto diversa.

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