ANDREWMAY73
LETTERA NUMERO UN -OPrima di prendere l’aereo da Milano, ho promesso a me stesso che avrei scritto ogni giorno una lettera per sentirmi a casa, e ho deciso che la prima fosse per l’Italia. In fondo il giorno che decisi di partire per la Scozia era proprio il 2 giugno scorso, festa della Repubblica, e gli avvenimenti spesso seguono dinamiche celesti le cui ragioni si manifestano magari a distanza di mesi o anni.
Ti scrivo, Italia, un po’ come si fa
a un famigliare che a volte ti soffoca con la sua invadenza e la sua pesantezza
ma al quale non puoi che volergli ancora più bene quando ti allontani.
Mi sono appena seduto di fronte al
pannello di controllo della mia nuova casetta alta 35 metri e dalla larga
vetrata vedo tanta acqua fredda e irrequieta.
Io dal punto di vista puramente
emozionale non sono da meno, anche perché sono eccitato se penso che ben pochi italiani dormiranno in un
faro in mezzo al mare come me stanotte.
Qui c’è freddo, tira un vento
bastardo e non ho ancora ricevuto interamente i miei bagagli; ma ho tutto
quello che nessuno pensa ci possa essere in un faro che ha compiuto 200 anni:
50 più dell’Italia!
Intanto oltre al bagno con vasca e
doccia, cucinino attrezzatissimo e una bella mini cameretta con mini ufficio,
ho internet e firmerò tutte le mie lettere come andrewmay73 che è anche il nick
con il quale mi chiama la capitaneria: ho chiesto a Thomas (l’unico che mi è
sembrato “normale”) di chiamarmi semplicemente Andrew ma essendoci già un
Andrew nello staff, ha optato per aggiungere cognome e anno di nascita, che fa
più “marittimo”.
Sinceramente non so che cazzo mi è
successo negli ultimi mesi ma la mia insofferenza aveva raggiunto e superato
con facilità la misantropia.
Gli ennesimi scandali della casta,
della nostra penosa classe dirigente negli ultimi mesi; il settore turismo
talvolta in mano a un branco di pseudo-imprenditori che in virtù della crisi
adoperano metodi di direzione in grado di inorridire Marchionne (quinto cavaliere
dell’apocalisse) per far quadrare i conti; come se non bastasse, la cartella di
Equitalia da 3600 euro arrivatami pochi giorni fa perché ho sbagliato nella
compilazione di un fottuto 730 (ma che è colpa mia se la società per cui
lavoravo ha cambiato ragione sociale sdoppiando di fatto i moduli e facendomi
risultare evasore?) mi ha fatto cadere le jar-balle, come direbbe Alex il
drugo.
Così ho detto vaffanculo a tutto e
tutti!!
Sì, vaffanculo!
Mi sono licenziato in tronco e ho anche perso
lo stipendio per mancato preavviso; ho preso i miei 30 libri preferiti , la mia
collezione di musica (salvata su hard disk) e decine di raccoglitori pieni di
francobolli antichi da catalogare e sistemare, e ho accettato la prima offerta
di lavoro per il posto più inospitale e lontano che mi è capitato di trovare, a
uno stipendio da fame. Ma l’ho fatto per molte ragioni.
Vorresti sapere quali, Italia? A dire il vero
anch’io. Anche se una di queste ragioni potrebbe essere quella di trovare la
pace nel mio cuore. So che c’è, ma è nascosta così bene che spesso non trovo
nemmeno il cuore.
Ci sono poi un sacco di ragioni che
francamente non saprei descriverti, Italia mia; ma la cosa certa è che ogni
volta che parto da te, torno a guardarti con amorevole rassegnazione.
Inoltre mi chiedo, cara Italia, che
cosa penserebbero gli italiani se sapessero che un pirla molla un buon lavoro
gratificante e ben pagato, baracca e burattini, amici e un’amichetta sportiva,
per andare nel culo del mondo per una miseria e un ritiro cultural-mistico-filatelico.
Io faccio parte di quella schiera che
fa scelte difficili e quasi mai felici; il classico anonimo, fondamentalmente
“personaggio brillante” ma con nulla di concreto in mano. Mille idee al secondo
e passione da vendere dovrebbero portarti al sicuro successo; ebbene io, al
pari di molte altre persone, sono la dimostrazione vivente del contrario.
Sai, Italia, mi sento un po’ codardo se penso
che la maggior parte degli italiani che hanno molto meno di me continuano a
combattere per arrivare a fine mese e far entrare la parola dignità nel loro
dizionario famigliare restando sul suolo patrio. Questa fascia di persone sono
la nuova resistenza; ma non più contro i nazi-fascisti, piuttosto contro gli
effetti devastanti del neoliberismo estremo in salsa latina.
Forse sono un vigliacco e probabilmente uno
stolto, e te lo scrivo da un faro in mezzo al mare, nascondendomi dietro parole
che nessuno leggerà ma che smorzeranno l’emozione di dormire in un posto così
inquietante e magico al tempo stesso.
Le lancette di un vecchio orologio da
muro posto di fronte al pannello di controllo, mi suggeriscono di fare la
nanna, Italia: domani mattina devo imparare a pulire gli occhi della mia
casetta, così il suo sguardo si poserà intermittente a 15 miglia di distanza,
dando ad Arbroath l’impressione che un gigante vegli su di lei, lasciandola tra
le braccia di Morfeo.
Ti chiedo solo un’ultima cosa, o
perlomeno te la confido. Tutte le volte che ti ho lasciato per lavorare
all’estero ho potuto sentirmi bene rapportandomi agli altri, solo parlando del
nostro cibo e della cultura prettamente italica che lo ha portato in circa
duemila anni a essere un punto di forza e un riferimento culturale mondiale.
Per contro, mi sembra quasi superfluo aggiungere quante volte ho tentato di
spiegare o giustificare il fatto che gli italiani sono molto meglio di chi li
rappresenta nelle istituzioni; sì, insomma, che siamo un gran bel popolo pieno
di difetti, ma comunque grande. Questa mia difesa d’ufficio quasi mai convince
gli interlocutori, che giustamente trovano in noi stessi la causa dei nostri
mali, guardandoci con uno sguardo mestamente compassionevole che non puoi
capire quanto fastidio mi provochi.
Ebbene, non so quanto durerà questa mia nuova
strana avventura appena cominciata come guardiano del faro, ma se mai tornerò a
casa, mi piacerebbe fosse tutto diverso. Mi basterebbe un Paese normale.
centro di gravità permanete......tutti ci affanniamo spasmodicamente nella sua ricicerca, spesso "altrove", avolte invece è molto più vicino di quanto crediamo. da alcuni anni ho trovato il mio "faro" ci sono momenti in cui non riesco a raggiungerlo, altri in cui mi ci ritrovo senza sforzo. Ho provato a ribaltare il negativo col positivo e....funziona :-) grande Andrea. Stima, Affetto e grande Amicizia......"qualcuno" scrisse.... so close no matter how far.
RispondiEliminaGrazie mille per il tuo sostegno. Zarathustra sostenenva che non esistono isole beate ma lui era certamente più illuminato di noi. Nel mio piccolo posso solo scriverti che sarai sempre il benvenuto nel mio faro e spero che a te si uniscano le migliaia dipersone che ti conoscono e che ti apprezzano umanamente ancor prima che professionalmente.
RispondiEliminaUna lettura veramente interessante e piacevole. Continua così... Riccardo
RispondiEliminaNon posso che riscriverti grazie
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